Romano Levi, il Grappaiol'angelico
“… c’è una particolare correlazione tra la filosofia del Mastro distillatore, la materia prima disponibile nella regione e l’alambicco che la distilla … è da questo assunto che nasce la straordinaria varietà nel campo delle grappe … prendiamo il quasi scomparso tamburlano a fuoco diretto: dà grappe ardenti, a volte pungenti, rudi e selvatiche in molti casi…”
(tratto da: “Alambicco, mastro distillatore e vinaccia” di Luigi Odello, Presidente Centro Studi Assaggiatori (www.assaggiatori.com), Professore di analisi sensoriale alle Università di Verona, Udine e di Piacenza.)
L’alambicco di Romano Levi di concezione antica, eccellente apparecchio da distillazione, se attentamente seguito dona grappa, maschia, robusta, spigolosa, ma molto adatta all’invecchiamento. Dopo anni si affina e sviluppa sensazioni raffinate ed uniche, molto diverse da bottiglia a bottiglia, grappa ardente e selvatica ma grappa unica. Unica come le sue etichette. Unica come le bottiglie che la sorella Lidia ha preparato per tanti anni sposando la grappa distillata da Romano con le erbe raccolte nel suo campo. La grappa con le erbe diventava “grappa della Donna Selvatica Unna”. Le bottiglie lasciate maturare per alcuni anni, poi riprese, ricontrollate una ad una, erano tappate definitivamente e vestite con un’etichetta sottile, scritta anch’essa da Lidia, su cui erano elencate le erbe.
“Ruta, che è quella più conosciuta, poi limoncina, basilico, salvia, rosmarino, timo, archibüs che è tanaceto … si chiama Donna Selvatica Unna … Unna perché dicevano che era barbarie mettere l’erba nella nostra grappa …. allora è più barbaro ancora, è unna.”
In primis l’erba Ruta ma anche molte altre che Lidia raccoglieva nel giardino o “passeggiando nei boschi di Bergeggi”, ospite di amici: Menta, Limoncina, Salvia, Timo, Camomilla, Limone, Maggiorana, Rosmarino, Basilico, Caffè, Mirto, Peperina, Violetta, Ciliegine, Arquebuse, la prediletta Ortica che gratificava di graziosi aggettivi “compiacente, arrendevole, soave, signorina”e l’Assenzio, sempre “amaro”. Quante sfumature di colori in questa grappa, quanti intrecci di profumi e sapori da queste mescolanze. Come sono ancora vive le erbe di Lidia e Romano!
“La prima (vinaccia) che arrivava era di Moscato ed era messa separata, quella si, ce n’era tanta di produzione di Moscato. Secondo me, merita di essere separata quella di Moscato perché ha aromi proprio particolari. Si da noi arrivava tanto Moscato ed era una produzione consistente la nostra grappa di Moscato; prima della guerra e anche quasi subito dopo; pigiavano l’uva con i piedi …
Dopo questa buccia fermentava nel mosto una notte e un giorno, un giorno e una notte; stava li, rendeva poco ma un po’ rendeva; ora invece le uve se non sbaglio vengono torchiate, quindi ciò che resta del torchio è verde, non ha alcol, non fermenta e quindi bisogna farle fermentare queste vinacce. Noi non siamo attrezzati e non lo facciamo”.
Poi si metteva nelle damigiane o nelle botti.
“c’erano damigiane e botti di acacia, piccole piccole, non grosse come quelle di adesso, la metà, 600 litri, anche meno, di acacia. Abbiamo detto che la selezionavamo. Però c’è questo: parlando di selezione di vinacce di Moscato, forse il pregio spetterebbe a Bocchino, perché quando io ero ragazzo sentivo già dire Acquavite di Moscato”.
“ … le vere etichette a mano sono nate prima di tutto con il dramma dell’Uomo Selvatico; è stata la prima. Dell’Uomo Selvatico perché era forte, perché era fatta un po’ tipo campagna. Poi, a fianco, è nata la Donna Selvatica, quella delle erbe.
Grappa della Donna Selvatica perché aveva le erbe.
… la cosa è incominciata così, ha preso piede, allora ho dedicato una botte alla Donna Selvatica che scavalca le colline da Neive a La Morra; un’altra botticella, Donna Selvatica che scavalca le colline da Neive a San Donato, e così via che scavalca tutti quei paesi li … anche perché ho visto che la gente voleva queste etichette, anche persone serie, persone proprio importanti, col pizzo, uomini col pizzo, veri uomini, arrivavano lì e dicevano: la Donna Selvatica sta qui. Anche le Donne Selvatiche erano senza disegno. Ho cominciato con la vinaccia di Angelo Gaja, che era il doppio meglio di quella normale, perché Angelo Gaja porta delle vinacce ancora da torchiare”.
Le Donne Selvatiche riunite
“Si, perché queste Donne Selvatiche seguono un po’ anche l’andamento del mondo … sono come gli uccelli che pur rimanendo selvatici
… si adattano al mondo che ci circonda. Mi ricordo da ragazzo, che si trovavano i nidi di rigogolo fatti con della carta velina, con dei cordini colorati, quindi con della roba moderna, per loro andavano bene lo stesso, pur rimanendo selvatici.
… E allora si sono riunite anche le Donne Selvatiche a concilio fra loro; ora io il motivo non lo so, ma si sono riunite in una grande vallata tra Neive e Castagnole, prima di Romano Dogliotti. Sono arrivate a gruppi: carro delle Donne Selvatiche decorose e in loro ricordo ho imbottigliato una botte di grappa di Moscato. Poi è arrivato il carro delle indecorose e per quelle ho imbottigliato una botte di vinacce di Barbera, scure, rosse.
Poi sono arrivate le Donne Selvatiche ascendenti … poi c’erano le discendenti …
Poi c’era il canto delle preconizzanti … e c’era quello delle percuzienti … che quelle lì, quando si mettevano, erano terribili e dopo discussioni hanno deciso il defenestramento delle decorose.
No, le decorose più nessuno le voleva e si è pensato di defenestrarle e questo lo avevano già presagito le preconizzanti e così sono state defenestrate.
Siccome a me piaceva di fare un secondo defenestramento ho fatto un ritorno delle decorose per poterle subito far defenestrare una seconda volta.
Quindi c’è stato un ritorno delle decorose e quindi un secondo defenestramento delle decorose e poi il conclave si è sciolto”.
… e anche le Donne Selvatiche con le sacre ceneri, a Pasqua.
Era il periodo che si faceva la denuncia Vanoni
…… la Donna Selvatica seguiva queste cose quindi anche lei faceva un suo pianto dei peccati commessi l’anno prima………
…un mattino ci alziamo e vediamo che il tempo è diverso, più calmo, più tiepido, più bello: è perché la notte, è passata la Donna Selvatica a scompartire le stagioni, a portare via le nuvole.
… al mare ho visto tante onde blu, che sembravano donne, ogni onda era un volto, era una donna … e quante donne ho visto! Neanche gli scienziati ne hanno viste tante!
…. Grappa della Donna Selvatica innamorata. Maceraronsi in essa radici e fiori con dolcissimi pensieri … A Londra sentito parlare di questa Donna Selvatica … La Donna Selvatica che fa la bellezza.
… Donna Selvatica che scavalca il passaggio a livello per andare a prendersi un buon caffè da Emma … Grappa della Donna Selvatica distillata per il risanamento mondiale …
Cara Maria, ti voglio portare su una nuvola …. E’ bello dire Maria …
Cara Maria ti voglio parlare … Cara Maria io voglio cambiare vita …
Cara Maria a maggio ti dirò una cosa …Quando Maria respira …. Quando c’era Maria …. Maria non c’è più.
Mah, sarà un po’ selvatica anche lei, perché tutte le mie donne sono un po’ selvatiche …… Maria è un nome bello, un nome dolce. E’ bello dire Maria. E’ molto dolce si. Sono momenti di vita che è la mia vita, è una vita senza fingere.
Il bue sono io, l’asinello è Fiore,
sulla punta della collina di Marcorino.
Grappa Dimenticata Minore
B.Q.I. Branda Quasi Internazionale
” Riverenza anche doppia”
fabbricata da 4 uomini rimasti indietro in provincia di Cuneo.
Già i pastori … a novembre già i pastori sentono che nell’aria c’è qualche cosa, radunano il gregge, non sanno neanche ancora dove vanno, ma c’è sempre una stella che li guida, e cominciano a radunarsi.
… siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati…
E ancora:
… c’è troppa luce per non credere nella luce … e poi, tutti gli altri poi della Langa … questo dirigente non deve essere disturbato … cantò più di un mese tutto il pollaio … ciò che sottovoce…
… agli occhi piacere … agli occhi passione … in sogno ho sognato … la fioraia ha vent’anni … grazie che ci siamo incontrati…
Grappa dell’uomo che si vergognò ….
Io voglio lavorare, voglio cambiare vita, voglio essere un altro.
Voglio dare il buon esempio, voglio zappare le colline al rosso del sole, voglio fare i sacrifici, voglio farmi un nome, io voglio acchiappare”bene”
… tutti gli anni il Parroco a Capodanno nella predica fa gli auguri ai suoi parrocchiani e dice: anno nuovo, vita nuova, quindi bisogna cambiare vita, mettere un piede sul passato, fare vita buona, lavorare, farsi onore … e io lo ripeto.
E poi… un preside rimasto blu perché una volta io avevo ancora rispetto e molto timore per le autorità specialmente un preside che non riuscivamo neanche a guardarlo.
Poi nel corso degli anni ho visto che anche i professori fanno sciopero, e hanno ragione di fare sciopero, e ho visto che anche loro sono come noi.
Allora tutto questo timore che avevo …… mi sono permesso di scrivere che il preside è rimasto blu …… uno ti dice: “guarda che la madre superiora è scappata”, allora io scrivo: la madre superiora è scappata”!