Romano Levi, la distilleria e la gente
Romano Levi ha distillato per 63 anni, nella sua vita ha acceso 63 volte l’alambicco, 63 fiammiferi, l’ultimo il giorno 13 ottobre 2007 quando è stata scattata questa fotografia.
“Nel giardino di Romano Levi c’è una porta che si chiude, un sogno che si apre, un fiammifero che si accende, una fiamma che brucia, la punta di un pennino che corre su un foglio e racconta storie, regala emozioni, sapori forti, profumi intensi. Nel giardino e oltre la casa, dietro la scrivania e tra le piccole botti c’è un uomo di Langa che percorre la strada tracciata dal Padre, … e distilla ogni giorno una parte di se stesso … Tutto comincia con un fiammifero, a settembre di ogni anno… Romano Levi lo accende… uno solo, per dar fuoco ad un alambicco antico, alle vinacce che ha lasciato riposare sotto il sole di Neive. Poi fa uscire da un cassetto il pennino e le boccette con i colori, i rettangoli di carta… dal balcone si vedono le colline che lui “scavalica” con la fantasia”.
(Luigi Sugliano)
“Romano, come penso tutti sappiano, è l’ultimo e unico distillatore a fuoco diretto del mondo. La sua attività è iniziata che non era maggiorenne e oggi ha acceso il 59° fiammifero di una professione che, come spesso accade alle persone fuori dal comune, non è stata scelta ma …ti ha scelto.
Del resto in ogni sua bottiglia sempre ho trovato due distillati: la Grappa, sintesi di un intero anno di fatica dell’uomo su queste colline, e l’Etichetta, altra summa di pensieri, sensazioni e moti d’animo che Romano in modo naturale trasferisce in quei tratti di china naif”.
(Beppe Orsini)
Ma chi è Romano Levi.
“…è un ignaro, un asinello… perché veramente sono ignaro. E’ anche comodo dire che sono ignaro, ma lo sono veramente perché le rarissime volte che penso di sapere una cosa, dopo dieci anni vengo a sapere che è il contrario.
Quindi rinuncio a dire che so … e vado avanti così, anche nel lavoro della distilleria; io non sono al corrente dei problemi dei distillatori, non so niente di quei problemi. E, distillando, non so dire i gusti della grappa, i profumi, né so dire perché la grappa viene così, né so dire cosa contiene la grappa. E vado avanti così, da ignaro, anche perché ho visto che i risultati hanno dato un po’ ragione a me.
Allora io non posso cambiare e distillare come chi sa o come chi crede di sapere qualche cosa. Altrimenti farei un prodotto come lo fa la gente che sa o crede di sapere. Allora, siccome la gente è contenta così e mi dice di non cambiare, io continuerò a restare ignaro. Ma io non mi conosco ancora, non so … io non conosco me stesso.”
La Distilleria degli Ignari è la distilleria di Romano Levi e dei suoi collaboratori.
“… però io sono ignaro, i miei uomini sono ignari … No, gli ignoti no! Intanto non si potrebbe su un’etichetta scrivere ignoti, bisogna dichiarare chi è che distilla e forse neanche ignari … però io sono Ignaro, i miei uomini sono Ignari, non abbiamo studiato … e poi forse un anno, due o tre, e poi abbiamo visto che la cosa funzionava … allora siccome è vero che siamo Ignari e mi è stato detto: non temere perché non c’è nessuno al mondo che possa dire che sa tutto, che non sbaglia mai, neanche gli scienziati possono dire di non sbagliare.”
Maurizio per alcuni anni ha aiutato Romano Levi a confezionare le bottiglie di Grappa, alcune etichette sono firmate “Romano e Maurizio 2004” e “Romano e Maurizio 2005” .
Anche Marta, dalla Toscana sovente si recava a Neive
per aiutare Romano.
“Romano Levi è il più celebre Lambiccaro a fuoco diretto. Erede di una attività che ha avuto inizio nel 1925, opera con un Tamburlano a fuoco diretto, classe di apparecchi tanto difficili da condurre quanto imprevedibili nei risultati, ha una caldaia da poche centinaia di chilogrammi di vinaccia e impiega quattro ore per una cotta”.
(dal sito www.assaggiatori.com)
Con la scomparsa di Romano Levi e dopo appena un anno anche dell’amico Mauro, forte dell’esperienza e degli insegnamenti raccolti negli anni trascorsi accanto al Maestro, l’Ignaro Fabrizio continua a curare la distillazione della Grappa con il medesimo alambicco di Romano Levi.
Oggi Fabrizio è rimasto l’unico custode dei segreti e della tradizione della “Distilleria Levi Serafino”.
Romano Levi e la gente
“Si la gente chiede, vuole, ma io sono molto indietro a fare quelle cose perché non ho mai tempo. Ci sono dei ragazzini che sono nati e i genitori si sono raccomandati di fare delle etichette; ora vanno già soldato, quasi, e io devo ancora farle
… Sono inquieto, perché arriva del lavoro nuovo, però è anche la vita, perché se non venisse nessuno io morirei.
Mah … è buona la gente a pensare che io dia tanto appunto per il fatto che a me viene il nervoso quando arrivano e non so se sono proprio tanto ben disposto.
Cerco di riprendermi, di correggermi e di fare una buona accoglienza, di dare una buona spiegazione della grappa, di lodare il lavoro che faccio che è un lavoro normale, come quello di un contadino qualunque …”.
In distilleria arrivano molte persone
“Mah, più di tutto sono tedeschi, svizzeri e anche austriaci, … , si fermano qui anche molto e ritornano volentieri, qualcuno anche più volte l’anno, e si ricordano di me, mi portano fotografie, mi chiedono cosa mi serve dalla Germania così che possano portarmela, mi scrivono … certe lettere non le ho ancora lette. Le aveva aperte Lidia ma io non le ho ancora viste.
Allora questi tedeschi quando vengono nelle Langhe, la prima tappa si fermano da me anche per dirmi che si fermano una settimana e per dirmi di preparare qualche bottiglia. E in realtà riescono a prendere più bottiglie i tedeschi che gli italiani perché questi vengono qui e si fermano 4 o 5 giorni.
Invece gli italiani sono sempre di passaggio e non la trovano mai pronta. E poi ogni volta che ritorna un tedesco o uno svizzero che si porta degli amici, è felicissimo di far loro la spiegazione…”
… e poi ci sono dei fatti, delle storie: una donna tedesca è venuta qui l’anno scorso, proprio nel periodo più brutto che c’è, la fiera del Tartufo, di sabato sera, avevo il cortile pieno e insisté per avere un’etichetta perché diceva che gliel’avevo promessa l’anno prima;
è stata qui dieci minuti anche a piangere, proprio con le lacrime!
Per me era impossibile fare l’etichetta perché c’era troppa gente che aspettava e quando è andata via mi ha detto: non tornerò mai più!
E invece è tornata, io avevo pensato a lungo durante l’anno a questa donna e quando è arrivata l’ho subito riconosciuta, mi ha detto che sarebbe tornata il giorno dopo e io ho disegnato una donna, un disegno molto colorato, più bello che ho potuto e le ho regalato una bottiglia e le ho detto che avevo più piacere di darle questa bottiglia che non mezzo milione in tasca e pensando che non avesse capito gliel’ho ripetuto ma lei aveva già capito la prima volta.
Poi una volta è stata qui una signora tedesca con un gruppo di gente, che non capiva cosa volesse dire “già i pastori”.
Allora, siccome io non capisco niente di tedesco e loro capivano poco l’italiano, e spiega, spiega, spiega fin quando disse: “ah capito!” Allora si è messa a cantare la notte santa.
Aveva capito e si è messa a cantare e tutti attorno ad ascoltarla, c’era da farsi venire la pelle d’oca.
… non ho altra scelta. Sessanta bottiglie di grappa, sessanta etichette, sessanta volte il gesto di imbottigliare e poi tappare e poi scrivere e colorare.
Non posso fare di più e allora la gente deve aspettare …. lo so, a volte costringo la gente ad andarsene a mani vuote.
Negli occhi vedo la delusione ma so che ritorneranno.
…..un giorno nel mio giardino è arrivato un signore.
Voleva mille bottiglie per una mostra per la Rinascente…..
Io l’ho lasciato parlare e l’ho guardato chiudere il cancello e andarsene soddisfatto.
Il giorno dopo ho scritto una lettera che incominciava così: “Cara Signora Rinascente, per le bottiglie che mi sono state richieste preciso che: sei sono pronte, altre sei posso mandarvele fra un mese.
Per tutte le altre, non so.”
Oggi la grappa distillata da Romano Levi continua ad invecchiare nelle bottiglie custodite dagli amici e nelle collezioni sparse in tutto il mondo.
A poco a poco, lentamente e senza fretta le bottiglie saranno stappate, la grappa vedrà la luce e, come tutte le buone cose di questo mondo, regalerà a pochi fortunati sensazioni indimenticabili.